top of page

Il Genitore Interno Affettivo


"...disegno sopra un foglio col compasso

un cerchio che è lo spazio, messo a tua disposizione e protezione

e poi lo strappo

perché il tuo posto è il centro

padrone del tuo tempo

padrone di te stesso

e se sapessi che un pericolo

è un pericolo per davvero

saprei più precisamente

quale scivolo evitarti

tu prenditi i tuoi rischi

tanto amandosi raddoppiano per forza

le ragioni

per cui possono ferirti..."

(Niccolò Fabi, Le chiavi di casa)

Se nei momenti di difficoltà e di tensione riusciamo a rassicurare noi stessi, infondendoci calma, comprensione, e affetto, probabilmente durante la nostra infanzia abbiamo avuto a che fare con persone che si sono dimostrate affettive nei nostri confronti, trasmettendoci il loro amore, proteggendoci, incoraggiandoci.

Quando riproponiamo quei comportamenti, inviando a noi stessi messaggi di sostegno, prendendoci cura di noi e degli altri, si dice che stiamo energizzando il nostro Genitore Interno Affettivo (come abbiamo visto qui, il Genitore Interno si divide in Normativo ed Affettivo).

E' come se "portando dentro" le figure affettive che abbiamo incontrato durante la vita, avessimo costruito un nostro "dispensatore di coccole" che può agire nei nostri stessi confronti o in quelli degli altri, in una misura che sicuramente avrà a che fare con i "dispensatori di coccole" che abbiamo incontrato durante la nostra infanzia.

Il Genitore Affettivo però, secondo la teoria di Berne, può essere positivo o negativo. In che senso? Vediamo!

Il Genitore Affettivo Positivo risponde adeguatamente al bisogno d'amore dell'altro, è protettivo e rassicurante, e rispettoso. Il genitore affettivo positivo c'è, è presente, ma sa che anche mettersi da una parte ad osservare mentre il figlio (o chi per lui) fa i suoi tentativi, cade e si rialza. Proteggere significa anche favorire la crescita e l'autonomia.

Il Genitore Affettivo Negativo, invece, pur mostrandosi gentile e accudente, in realtà iperprotegge, svalutando le capacità e le necessità dell'altro. Un conto è chiedere all'altro se ha bisogno di aiuto, un altro è sostituirsi a lui dicendo "lascia stare, ci penso io".

Il genitore Affettivo Negativo fa le cose al posto dell'altro, risolve i problemi per lui, gli impedisce di sperimentare le sue capacità fino in fondo. Il Genitore Affettivo negativo opterebbe per una campana di vetro, al fine di evitare al figlio delusioni e sofferenze. Così facendo però non gli permette di crescere, di sperimentarsi, di sbagliare, di conoscere i propri limiti e i propri punti di forza.

bottom of page